Le Puma Bisenzio Rugby

Lo stop e le difficoltà legate al periodo: l'analisi di Lorenzo Cirri, coach de Le Puma Bisenzio Rugby

Mancano ancora due partite, per Le Puma Bisenzio, alla conclusione della 1a fase del campionato di Serie A femminile. Dato lo stop forzato almeno fino al 30 gennaio, a causa dell'emergenza pandemica, tutte le squadre devono ancora tornare in campo, dopo la pausa di dicembre. 


La squadra allenata da coach Cirri occupa attualmente il terzo posto della classifica del Girone 3 con 16 punti. In testa c’è il Rugby Riviera Del Brenta, sconfitto proprio da Le Puma nell'ultima giornata disputata e poi le Donne Etrusche, che saranno le prossime avversarie de Le Puma, anche se ancora non c'è una data ufficiale per la ripresa. 

"Abbiamo iniziato questo campionato con un nuovo gruppo di giocatrici – spiega Cirri – siamo partiti con qualche difficoltà e me lo aspettavo, ma sapevo che lavorando insieme avremmo iniziato a prendere confidenza con il piano di gioco, conoscere meglio le compagne ed aumentare il ritmo. Pian piano si è creata un’identità di squadra e abbiamo iniziato a raggiungere gli obiettivi che ci eravamo prefissati ottenendo vittorie importanti". 

Avete recentemente ripreso gli allenamenti, qual'è l'atmosfera che si respira sul campo?

"Siamo certamente felici di essere tornati sul campo, ma la situazione non è delle migliori, c'è un po' di frustrazione perché non riusciamo a dare continuità al lavoro che avevamo svolto fino ad ora. Siamo ripartiti, ma non sappiamo ancora se e quando riprenderà il campionato. Molte giocatrici non sono disponibili, per via della situazione sanitaria e ci troviamo a lavorare con numeri ridottissimi. E’ molto difficile motivare le ragazze in questo clima di incertezza, c'è un certo timore a tornare sul campo legato all’alto numero di contagi. Molte delle nostre atlete lavorano, studiano e questo le condiziona molto per la vita quotidiana, un eventuale contagio le costringerebbe a casa senza lavorare o seguire le lezioni in presenza per chi va a scuola. Questo talvolta incide sulla volontà di venire al campo, sulla voglia di allenarsi. Sicuramente un clima che condiziona negativamente l’attività sportiva."

Qual è la tua difficolta maggiore come allenatore in questo periodo?

"Certamente quella legata ai numeri. Il rugby è uno sport in cui i sistemi di gioco richiedono un numero minimo di giocatori/giocatrici per essere allenati e sviluppati. E’ vero che il campionato è fermo per ora e questo può darci l'occasione di lavorare e migliorare le skills individuali, ma non è certo semplice ed il clima invernale non aiuta. Da una parte c'è la necessità di dover lavorare in maniera dinamica, dall'altra, spesso, solo la possibilità di lavorare su esercizi specifici che a volte necessitano di dover abbassare il ritmo per poter essere curati e compresi al meglio."

Quali sono le prospettive per la seconda parte della stagione?

"Al momento è difficile dare una risposta, più che di prospettive direi che parliamo di speranza. Lo stop non ha certamente aiutato la nostra squadra a mantenere il ritmo che stava raggiungendo. Penso che questo sia un problema che tutte le squadre hanno. La prospettiva è quella di dover ricostruire alcune il nostro modo di giocare, che dopo un mese di stop, sarò quantomeno arrugginito, la speranza, invece, è quella di riuscire a ripartire il prima possibile, poter tornare presto ad allenarsi con numeri adeguati e riprendere il campionato."

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